Piorrea (termine volgare di parodontite)
Chi non sa cosa sia la “PARODONTITE”?
La parodontite è in termine scientifico l’infiammazione del parodonto, cioè di tutto quello che sta intorno alle radici dei denti (gengive, legamenti alveolo-dentari, alveoli e apparato osseo). E’ un’infiammazione dovuta quasi sempre ad una scarsa o errata igiene dentale che, se protratta nel tempo, si cronicizza causando il distacco delle gengive dai denti e dando luogo alla formazione della cosi dette “tasche parodontali” che a loro volta determinano danni a carico dell’osso alveolare con la conseguente riduzione della sua altezza. In pratica, volete sapere che cosa avviene se si cronicizza? I denti cominciano a vacillare e se non si interviene con urgenza e con metodi adeguati sarà inevitabile fare la stessa fine di nonna Adelaide, cioè sostituire i propri denti permanenti con una bella dentiera. Per carità, non abbiamo nessuna voglia di perdere i denti e allora cominciamo a vedere quali sono i sintomi premonitori di questa benedetta malattia
Quali possono essere le cause principali che favoriscono l’insorgere della piorrea ?
Le cause principali della malattia parodontale sono:
- una cattiva igiene orale, con conseguente aumento della placca batterica che arriva ad insinuarsi sempre più in profondità, quasi a mo’ di cuneo, tra le gengive e la superficie radicolare dei denti e diviene in tal modo sempre meno raggiungibile dallo spazzolino e dal filo interdentale;
- una predisposizione genetica, cioè un sistema immunitario non sufficientemente sviluppato e in grado di poter aggredire la flora batterica interessata;
- il diabete mellito, se non adeguatamente compensato;
- la cattiva abitudine al fumo.
Quali e quante sono le fasi per la diagnosi e la cura della piorrea
Le fasi terapeutiche riguardanti la piorrea sono 4:
- la diagnostica: attraverso il sondaggio parodontale si valuta l’entità delle tasche parodontali e di conseguenza la perdita di supporto dei denti, il grado di sanguinamento e di retrazione delle gengive, la situazione delle biforcazioni. Attraverso una serie di radiografie indorali (da diverse proiezioni) si valuta l’architettura dell’osso residuo;
- l’etiologica: cioè la rimozione di tutti gli agenti che causano la malattia. In pratica si levigano le radici dei denti (al fine di rimuovere i tessuti necrotizzati e il tessuto di granulazione) e consentire un nuovo attacco epiteliale alla radice. Contemporaneamente si spiegano al paziente tutte le norme riguardanti la corretta igiene orale;
- la chirurgica: dopo circa 3 mesi dalla levigatura, è essenziale rivalutare il quadro e, se necessario, correggere - con piccoli interventi chirurgici - eventuali situazioni non risolte;
- la conservativa: è importantissimo che il paziente mantenga un costante contatto con lo specialista per il controllo preventivo di eventuali recidive della malattia.